Chi è Luca Signorelli?


Piccola introduzione sul pittore.

Luca Signorelli http://www.tuttartpitturasculturapoesiamusica.com

Luca di Egidio di Luca di Angelo di maestro Ventura e di Bartolomea di Domenico Schiffi è più noto come Luca Signorelli o Luca da Cortona. Nasce, figlio unico, in una famiglia di pittori. Non conosciamo molto della sua formazione artistica, sebbene abbiamo delle fonti importanti, Luca Pacioli e Giorgio Vasari, che lo dicono allievo di Piero della Francesca. Vasari così lo ricorda:

Luca Signorelli pittore eccellente, del quale, secondo l’ordine de’ tempi, devemo ora parlarne, fu ne’ suoi tempi tenuto in Italia tanto famoso e l’opere sue in tanto pregio, quanto nessun altro in qualsivoglia tempo sia stato giammai; perché nell’opere che fece di pittura mostrò il modo di fare gl’ignudi, e che si possono, sì bene con arte e difficultà, far parer vivi. Fu costui creato e discepolo di Pietro dal Borgo a S. Sepolcro, e molto nella sua giovinezza si sforzò d’imitare il maestro, anzi di passarlo.

Le Vite, Giorgio Vasari

Molte delle opere che Vasari ricorda ad Arezzo del giovane Signorelli sono andate perdute e le opere giovanili a noi giunte dichiarano chiari derivazioni stilistiche perifrancescane.

La sua seconda “maniera” è invece più vicina al Perugino e al pittore Bartolomeo della Gatta con i quali collaborò per gli affreschi della Sistina . Già qui si vede la grande capacità del pittore cortonese di andare incontro ai gusti della committenza e delle maestranze con cui lavorava, essendo capace di modulare tranquillamente il suo stile.

Il gruppo centrale con personaggi maschili della Conversione di san Paolo Loreto presenta alcune figure di mano di Luca: il nudo seduto, la figura vestita di spalle e forse il vecchio con bastone appoggiato al trono di Mosè.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/75/Signorelli%2C_Luca_-Moses%27s_Testament_and_Death-_1481-82.jpg

Il pittore ebbe poi molte commissioni tra la Toscana, l’Umbria e le Marche maturando il suo stile personale, che era lontano dalle prime opere, caratterizzato da figure massicce, in cui si avverte una forte tensione plastica e una monumentalità molto espressiva nei gesti declamatori e nelle pose un po’ teatrali. Appartengono a questa fase centrale tavole di forte impatto: la Pala di Sant’Onofrio (Museo dell’Opera del Duomo, Perugia), la Circoncisione (National Gallery, Londra), la perduta Educazione di Pan (già Al Kaiser Friedrich Museum di Berlino, distrutto nella seconda guerra mondiale), la Madonna col Bambino e la Sacra Famiglia (Uffizi, Firenze), l’Annunciazione e la Vergine in trono e Santi di Volterra (Pinacoteca civica), la Crocifissione di Urbino (Galleria Nazionale delle Marche), il Martirio di San Sebastiano di Città di Castello (Pinacoteca Comunale).

Seguono poi due cicli di affreschi meravigliosi, il primo presso il Chiostro Grande di Monteoliveto Maggiore e la seconda nella Cappella di San Brizio presso il Duomo di Orvieto, la sua opera più celebre.

Con l’inizio del Cinquecento però Signorelli non riuscirà più a stare al passo con i tempi e ad essere competitivo, dovendosi scontrare con i tre mostri sacri del Rinascimento: Raffaello, Michelangelo e Leonardo. Le commissioni importanti scarseggiano, lo stile di Signorelli per contro piega in direzione più locale e forse a volte più stanca. Molte sono le commissioni che la sua bottega ricevette, magari non tutte importanti, ma accanto ad opere di scarso valore ne abbiamo altre che risultano molto interessanti come il Crocifisso con la Maddalena (Uffizi, Firenze), il Compianto sul Cristo morto e la Comunione degli Apostoli di Cortona (Museo Diocesano di Cortona, la Crocifissione di San sepolcro (Museo Civico), il Polittico di Arcevia (Collegiata di San Medardo). Nelle ultime opere si vede uno stile caratterizzato dall’eclettismo, incerto e in parte arcaizzante.

L’ultima opera che Vasari ricorda di sua mano, ormai anziano e corpore languens (come risulta nel suo testamento del 13 ottobre 1523, tre giorni prima della morte) fu il Battesimo di Cristo ad affresco nella facciata dell’altare della cappella del Palazzone, ossia il palazzo del Card. Silvio Passerini, presso Cortona. Non sappiamo quanto e se Signorelli vi lavorò anche perché non riuscì a finire l’opera che probabilmente fu portata avanti dalla bottega.

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